Yoga dei 5 Elementi (Tatwa)

Attraverso la pratica dello Yoga puoi integrare nella vita quotidiana la comprensione dei 5 elementi (terra, acqua, fuoco, aria, etere) che sono la base della pratica e del cammino spirituale della persona.

Gli elementi sono tutto ciò che è manifesto in natura e nello spazio a noi visibile (maya) possiamo praticare con essi ovunque siamo ed in qualsiasi situazione; lo studio delle loro interazioni può cambiare la prospettiva sui rapporti che stabiliamo con il mondo naturale e nelle relazioni ed esperienze personali, allargando le nostre visioni, fortificando la salute e dandoci un concreto sostegno per le pratiche di yoga e meditazione.

Gli elementi sono infatti anche simboli psicologici importanti e racchiudono la potenza e le possibilità della mente, le strutture del comportamento umano, semi di carattere e di personalità oltre che rappresentazione materiale della struttura della persona.

Gli elementi “grossolani”terra, acqua, fuoco, aria e spazio/etere – sono la base principale con il quale lavora lo sciamanesimo, rapportandosi con la natura per accedere alla dimensione sacra dell’esistenza. Ogni elemento vibra una sua frequenza e corrisponde ad uno stato psichico diverso. Ogni elemento corrisponde ai primi 5 chakra o plessi nervosi del corpo e rappresenta la struttura fisica dell’uomo.

A livello “sottile”, lo yoga tantrico lavora con questi stessi elementi che si incontrano nella dimensione energetica dell’individuo, riconoscendo l’energia come forza divina. Sono energie che si manifestano attraverso suoni, vibrazioni, pensieri, scelte di vita, comportamenti. Sono ovviamente collegate ai nostri 5 organi di senso indispensabile nella pratica dello yoga e indispensabili per discernere e conoscere il mondo attraverso l’esperienza fisica.

Significa lavorare sul terreno dell’esperienza fisica mettendosi in contatto con lo spirito. Siamo puro spirito che cerca di apprendere attraverso l’esperienza fisica con i 5 elementi, e i 5 organi di senso.

L’esperienza ci dice che i cinque elementi includono tutto, non vi è separazione, ogni elemento è in relazione con gli altri, nel macrocosmo della natura, esattamente come nel microcosmo del corpo e della mente.

Macrocosmo e microcosmo sono l’uno il riflesso dell’altro. Non c’è dentro senza un fuori. Ciò che è dentro è fuori, ciò che è in basso è anche in alto. Ciò che è terra contiene acqua, l’acqua contiene l’aria, l’aria è sollevata dal calore del fuoco che trasforma, l’etere trasmette e amplifica connettendolo in modo invisibile.

Lo yoga tantrico come il Kundalini, offre una visione perfetta di questo microcosmo, e l’opportunità di conoscere empiricamente, attraverso l’esperienza diretta, le energie vitali presenti in noi.

Attraverso asana e kriya, pranayama, mudra, mantra e dhristi e yantra, lavori sui 5 elementi per espandere la coscienza, per controllare la mente e connettersi con il sé superiore.

È nell’esperienza fisica che il sentiero spirituale si rivela. Praticando forse qualcosa accade.

Quel che accade, è percezione del praticante perché accede ad uno spazio sacro, di cui raramente vorrà parlarvi. Quando avviene la connessione, ed entri in uno stato di Cherdi kala (beatitudine) la serenità e la pace inonderanno ogni tua cellula, donandoti uno stato psichico di elevazione e gioia.

Lo yoga tantrico ti porta all’autoaccettazione e auto conoscenza attraverso lo studio, il riconoscimento e lo sviluppo delle facoltà psichiche e fisiche legate ai 5 elementi.

Sat nam ji

Carolina Paoletti (Amar Devi Kaur).

Insegnante Kundalini Yoga con diploma KRI presso la scuola Akhara di Guru Shabad de Santis (guardia del corpo del maestro Yogi Bhajan), 3HO, Certificazione Ikyta International, Csen Yoga Alliance.

Inoltre è Brain Longevity Specialist® e creatrice e unica titolare del marchio Kundalini Flow Method ®, Gong therapist. Tramanda la millenaria conoscenza sacra del Kundalini Yoga unendo i suoi studi di Teosofia, Psicosomatica e Psicologia, Neurotraining, Mantra Yoga  Gong e Numerologia promuovendo un approccio concreto ed efficace di Yoga.

Lo studio degli elementi, della numerologia, dei corpi sottili, dei poteri psichici, la meditazione trascendentale e della mente sono atti a portarci ad un alto stato di consapevolezza, espansione e prosperità. E raggiungere l’esperienza dell’infinito.

E’ stata ospite al Festival dell’Oriente con Masterclass di Kundalini Yoga e Meditazione.

Lo Yoga e i luoghi comuni

“LO YOGA É NOIOSO”

L’errore più banale è di pensare la pratica poco dinamica. Il dinamismo nello Yoga è continuo sia nel cambiamento degli asana, sia nell’alternanza delle pratiche: ogni classe di yoga è diversa dall’altra, non si ripete mai la stessa lezione ed è sempre una sorpresa.

“NON HO TEMPO”

Le cose cui dedichi tempo parlano di te, se non trovi tempo per te stesso non sperare in alcun risultato.

“NELLO YOGA NON SI FA FATICA”

Lo Yoga fa sudare e allena, tonifica i muscoli, lavora sul rafforzamento, l’equilibrio corporeo e non da meno, lo stiramento e la resistenza dei nervi. Nello yoga si suda a volte e mantenere determinate posture fa bruciare calorie e scolpisce i muscoli con il vantaggio di allungarli e levigare la pelle: si tendono ad utilizzare, negli asana, muscoli del corpo che spesso dimentichi di avere.

“NON SONO ABBASTANZA FLESSIBILE PER FARE YOGA”

Lo Yoga è prima di tutto uno stile di vita, una filosofia e come tale va acquisita gradualmente nel tempo insieme alla flessibilità corporea. All’inizio è sudore, dolore e fatica ma la flessibilità nei movimenti arriva in modo graduale come effetto collaterale: si entra in una nuova dimensione di calma e concentrazione e il dolore svanisce.

“NON RIESCO A RILASSARMI”

Il realtà il rilassamento interiore che permette di focalizzarsi su se stessi perdendo il contatto con l’ambiente circostante va appreso, attraverso tecniche di respirazione e di concentrazione, che si acquisiscono appunto attraverso lo yoga e la meditazione.
Il grado di attenzione arriva al limite dell’azzeramento, un’ora per te stess* è un privilegio, in una società frenetica nella quale ritagliarsi solo pochi momenti di totale rilassamento diventa eroico e indispensabile.

“LA MEDITAZIONE NON FA PER ME”

Col Kundalini Yoga impari la tecnica, che cambia ad ogni lezione, portandoti ad uno stato meditativo ove le onde Theta fluiscono senza alcuna resistenza, la meditazione e gli esercizi di yoga migliorano il controllo che hai su pensieri ed emozioni. E’ uno stato mentale rivolto all’interno del sè che migliora l’esterno e il modo di affrontare i problemi.
Raggiungere la piena concentrazione non è difficile, in più mantra e canti riconnettono rapidamente al proprio sè.

“LO YOGA NON FA DIMAGRIRE”

Pensi che solo il fitness modelli il corpo? Le contrazioni muscolari dello yoga funzionano come “centrifuga” sul corpo per eliminare i liquidi in eccesso mentre la respirazione aiuta a eliminare le tossine che derivano proprio dall’accumulo dei grassi nell’organismo. Tutto questo migliora la circolazione e aiuta a smaltire i famosi cuscinetti di grasso, stimolando sistema ghiandolare e linfatico.

“LO YOGA È UNA RELIGIONE, UNA SETTA”

Lo yoga è una filosofia di vita, basata su studi antichissimi risalenti al 3.000 A.C, nessuno ti chiede ti pregare un dio diverso dal tuo. Non è un credo.
Se ci sono sette che praticano yoga, questo non vuol dire che lo yoga sia una setta. Sappiate discernere. E se non vi trovate a vostro agio potete sempre cambiare maestro.

“NON RIESCO A STARE FERMO UN’ORA”

Infatti non starai fermo e la pratica dello yoga sarà così dinamica ed energica che non vedrai l’ora di riposarti in Shavasana.

“I MANTRA SONO PERICOLOSI”

I mantra sono potentissimi strumenti per modificare il tuo stato di coscienza ed elevare il tuo spirito, sanare le ferite emotive, richiamare energie per te. Affidati all’insegnante, e non aver paura di scoprire la potenza e l’efficacia del suono.

“IL (KUNDALINI) YOGA È SATANICO”

Certo, infatti io odoro di zolfo e ho le corna… ognuno faccia uso della nostra “tecnologia” come meglio crede, voi affidatevi ad un insegnante certificato ed elevate la vostra coscienza. Vivere in uno stato di pace e beatitudine, avere prosperità e successo ed energia vitale, è diabolico?

… Buona pratica a tutti!

Carolina Paoletti (Amar Devi Kaur).

Insegnante Kundalini Yoga con diploma KRI presso la scuola Akhara di Guru Shabad de Santis (guardia del corpo del maestro Yogi Bhajan), 3HO, Certificazione Ikyta International, Csen Yoga Alliance.

Inoltre è Brain Longevity Specialist® e creatrice e unica titolare del marchio Kundalini Flow Method ®, Gong therapist. Tramanda la millenaria conoscenza sacra del Kundalini Yoga unendo i suoi studi di Teosofia, Psicosomatica e Psicologia, Neurotraining, Mantra Yoga  Gong e Numerologia promuovendo un approccio concreto ed efficace di Yoga.

Lo studio degli elementi, della numerologia, dei corpi sottili, dei poteri psichici, la meditazione trascendentale e della mente sono atti a portarci ad un alto stato di consapevolezza, espansione e prosperità. E raggiungere l’esperienza dell’infinito.

E’ stata ospite al Festival dell’Oriente con Masterclass di Kundalini Yoga e Meditazione.

Bhramari Pranayama, il respiro della gravidanza

Avevo sentito parlare molto della respirazione, durante la gravidanza.
«Vabbè, grazie – direte voi – lo sanno tutti».
Ebbene, sapere le cose nella teoria o conoscere il tuo respiro quando potresti farti 13 piani a piedi senza battere ciglio, non è di certo come avere 8 chili di pargolo nell’utero e un diaframma che si rimpicciolisce come fagioli essiccati al sole.
La consapevolezza cambia tutto. E quando sei incinta, anche se credi di essere una yogi di terzo o quarto pelo, con studi e insegnamenti alle spalle, il corpo subisce delle trasformazioni che puoi sperimentare solo in questa particolare condizione.

E così anche il respiro cambia e il pranayama acquisisce tutto un altro valore. Oltre a essere considerato come una papabile ancora di salvezza per il travaglio di cui, ammettiamolo, abbiamo tutte un po’ paura.
Il respiro ha cambiato la percezione di me e lo ha fatto già molto prima di rimanere incinta. Il respiro mi racconta. E’ come un flusso di parole che entra ed esce dal mio corpo e dalla mia anima, suggerendomi chi sono in quel momento e riportandomi all’essenziale. Sono arrivata ancora più in profondità attraverso lo studio della meditazione Zen di cui la disciplina che insegno – Odaka Yoga – è largamente intrisa. Ogni momento è quello giusto per essere presenti, nel qui e ora, se si è respiro. «Quando lavi il riso, lava il riso», recita un detto Zen. Che significa? Restare nell’azione che stiamo compiendo. Come? Respirando. Consapevoli dell’acqua che scorre sui chicchi, che scivola nel lavello e delle nostre mani che sfregano. Niente più di questo. Il respiro è la chiave che ci fa restare lì, nell’attimo. E possiamo respirare e meditare anche quando laviamo il riso.

Per questo che, in attesa del mio travaglio (di cui forse poi vi racconterò) sul respiro ho puntato proprio tutto. Non solo perchè lo considero un’ancora di salvezza per alleviare il dolore, ma uno strumento prezioso per godermi il momento.
Portare più ossigeno nel corpo, peraltro, serve anche al mio Lorenzo nel pancione.

Uno dei respiri più importanti, su cui faccio molto affidamento è il respiro del filo d’oro.  Il respiro del filo d’oro consiste nel respirare profondamente alla base della pancia, sentendola espandersi verso l’esterno, e nell’espirazione, dal più piccolo buco della bocca, espirare lentamente, visualizzando un filo d’oro che esce dalle labbra.

Un altro respiro utile è quello del cavallo. Questo respiro, in cui si espira facendo vibrare le labbra e suonando come un cavallo, aiuta a rilassare le labbra e la bocca. Dato che la mascella è direttamente collegata al bacino, è importante continuare a rilassare la mascella e la lingua, specialmente durante il travaglio. Un altro modo per farlo è sorridere. Anche se credo che durante il travaglio non mi sarà così agile.

La vera chiave di volta, tuttavia, è il Bhramari Pranayama. Le vibrazioni di questo respiro sono buone per l’ansia e recenti studi hanno dimostrato che può essere utile per prevenire e ridurre la preeclampsia, patologia  caratterizzata da un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna (ipertensione) che può svilupparsi in gravidanza. Il pranayama è, infatti, noto per ripristinare l’equilibrio tra due componenti – simpatico e parasimpatico – del sistema nervoso autonomo. Dato che l’eccesso di attività simpatica è considerato come uno dei fattori determinanti la preeclampsia, il Bhramari Pranayama, è stato segnalato per stimolare il sistema nervoso parasimpatico, questo studio ha dimostrato come l’iper-reattività delle donne gravide – dopo due mesi di Bhramari Pranayama – sia stata convertita in ipo-reattività. Altri parametri come la pressione sanguigna basale, l’aumento della pressione sanguigna e la frequenza del polso sono stati ridotti significativamente.

Un altro studio condotto nel ’93 dal Monghyr Hospital, India, in collaborazione con la Bihar School of Yoga, ha evidenziato nelle donne gravide che hanno praticato il Bhramari Pranayama:

  • un minor numero di aborti spontanei (2% rispetto all’8%).
  • un minor numero di nascite premature (2,6% rispetto al 5%).
  • in media un travaglio più breve del 25% circa.
  • generalmente poco dolore durante il travaglio.

Per fare questo respiro inspirare attraverso il naso, chiudere le orecchie con le dita ed espirare facendo un rumore mmmmmmm: è importante che i gomiti siano tenuti verso l’esterno in modo che il petto sia aperto. Poi l’espirazione avviene attraverso il naso, mentre la bocca è chiusa (ma la mascella è tenuta così rilassata che i denti non si toccano). Durante l’espirazione si produce un ronzio dolce, profondo e relativamente forte, come quello di un calabrone. Diventate un tutt’uno con queste vibrazioni e lasciate che riempiano la vostra testa. Ripetete per 9 volte.

Non respirate soltanto, ma usate anche i Bandha, gli unici due che si possono utilizzare durante la gravidanza. Il blocco del mento (Jalandhara Bandha) e il blocco delle radici (Mula Bandha) sono anche usati  per rafforzare la pratica. Essi stimolano i flussi di energia più sottili (nadi) e influenzano, simultaneamente, la pressione sanguigna, il battito cardiaco e l’apporto di sangue in certe parti del cervello, oltre a mantenere uno stato di rilassamento nel cervello. Allo stesso modo, l’ipotalamo e la ghiandola pituitaria sono stimolati. Si trovano al centro del cervello e sono responsabili del controllo del sistema nervoso autonomo e del sistema ormonale nel corpo umano. E chi ha sperimentato la gravidanza, sa di certo quanto gli ormoni siano determinati per tutti i nove mesi di gestazione.

Amo alla follia questo respiro. Il nome deriva dalla parola per il calabrone nero indiano, Bhramari, ma l’aggettivo bhramarin può anche significare “dolce come il miele” in sanscrito o “ciò che produce estasi”. L’estasi è come la meditazione: uno stato di equilibrio tra trascendenza e presenza. Uno stato in cui le onde alfa si manifestano. Si tratta di un’attività elettrica in una banda che va da 7,7 a 12,5 Hz. Durante una meditazione profonda, la frequenza può scendere ulteriormente. Tuttavia, gli studi dimostrano che in certe situazioni i praticanti esperti possono generare un’attività con una rara ampiezza nella gamma che si estende da 32 a 100Hz.
Nel 2009, la rivista Consciousness and Cognition ha pubblicato un altro studio sul bhramari pranayama. In questo studio ha esaminato l’attività del cervello durante il ronzio. I risultati hanno mostrato che durante questa fase dell’esercizio, anche per i principianti, c’era una presenza di onde gamma.

Tutto ciò è fantastico. Credo che Bhramari Pranayama possa avere davvero effetti benefici sulla mia gravidanza e, mi auguro, anche sul travaglio che mi appresterò a vivere tra poco tempo. Ma tutte le tecniche di respirazione sono importanti e utili.

Il respiro Ujayyi è il respiro che pratico quotidianamente. A volte non me ne accorgo nemmeno perchè mi ritrovo a praticarlo in molteplici occasioni della mia vita quotidiana, non solo quando faccio yoga. Il respiro Ujjayi è il respiro della vittoria. In questo tipo di Pranayama, i polmoni sono completamente espansi e il petto è gonfiato come quello di un conquistatore vittorioso.
Il suono del pranayama Ujjayi serve a due scopi: uno, stimola le nadi, o canali energetici, nei seni e nella parte posteriore della gola, che, a sua volta, promuove la chiarezza mentale e la concentrazione. E due, fornisce un suono a cui aggrapparsi, in modo che la mente possa diventare più calma. Quando il suono oscilla, anche la mente oscilla. Il respiro Ujjay è anche chiamato il respiro dell’oceano. Per praticarlo, si contrae la gola mentre si inspira e si espira in modo da poter sentire un leggero sibilo. Sia l’inspirazione che l’espirazione devono essere fatte con la bocca chiusa, respirando solo attraverso le narici. Il respiro Ujjayi regola il riscaldamento del corpo. L’attrito dell’aria che passa attraverso i polmoni e la gola genera calore interno al corpo. È simile a un massaggio per gli organi interni; quando il nucleo si riscalda dall’interno, il corpo si prepara per la pratica delle asana. Questo calore rende lo stretching più sicuro mentre gli organi interni possono essere puliti dalle tossine che si sono accumulate.

Insomma, il respiro fa la differenza, che siate gravide o abbiate semplicemente bisogno di sentirvi di più nel qui e ora. Lo so, è un concetto di cui spesso abusiamo e il respiro qualcosa che diamo per scontato. Se facciamo yoga, se pratichiamo gli asana, spesso siamo convinti di saper respirare, ma lo osserviamo davvero quel respiro? E quel respiro, ci racconta di noi? Ci guida, ci fa comprendere chi siamo? Credo che questo sia fondamentale.

E come raccontano i maestri Zen, non è necessario che vi ritagliate un altarino dove meditare: ogni momento è un buon momento per sentirsi presenti. Basta restare nel respiro.

Valentina Ferrero. Ho iniziato a fare yoga quasi per caso, quando ero ancora una giornalista, un po’ come accade spesso a chi poi decide di fare dello yoga la sua vita. Perchè? Banalmente perchè mi ero stufata della routine frenetica che mi teneva legata al pc a scrivere, tutto il giorno, tutti i santi giorni. E che mi aveva fatto perde l’amore mio più grande, quello per la poesia e per la comunicazione attraverso i racconti. E insieme – a causa della routine – avevo perso anche un bel po’ di altre cose: emozioni, sensazioni, voglia di mangiare cibo buono, voglia di abbracciare, di baciare.

Qualcuno la chiama felicità e, in effetti, non ha tutti i torti.Lo yoga mi ha reso felice. E’ andata a stimolare tutti quegli ingredienti (sensazioni, emozioni) e li ha rimessi a posto. Al loro posto. Quello che avevano prima. Così ho lasciato perdere un po’ di cose – nel frattempo ho anche perso il lavoro di giornalista – e ho dato una sterzata alla mia vita.Volevo essere più consapevole: unirmi al tutto. Essere un Uno e tornare a emozionarmi. Che è poi l’essenza vera e più intima dello yoga.

E così… eccomi qui. Oggi pratico yoga, faccio corsi, scrivo di yoga, parlo di yoga, rompo le scatole al mio compagno tutto il giorno sullo yoga (e lui non mi ha ancora mandato a stendere – ed è una grande cosa). Attualmente insegno in una piccola cittadina ai piedi delle montagne piemontesi, Pinerolo.

Odaka Yoga è il percorso che ho scelto, anche se è più appropriato dire che è stato lui a scegliere me, in qualche modo. E’ una delle discipline e dei metodi più innovativi dello yoga, nato da oltre trent’anni di ricerca e sperimentazione da parte di due italiani, Roberto Miletti e Francesca Cassia. Odaka Yoga parte dall’acqua, da quell’elemento che è fondamentale per la nostra vita e del quale siamo principalmente costituiti. Un elemento che non ha forma, ma che può assumere tutte le forme, fluendo libero.

Cosa direbbe il tuo Tappetino se potesse parlare?

What if your Yoga Mat could talk?

Intervista di Janine Claudia Nizza alle sue allieve/i e ai loro tappetini di yoga.

Sto entrando in classe… le luci sono soffuse… qualche allieva ha già srotolato il suo tappetino e si è distesa a terra per preparare il respiro Ujjayi in Shavasana… una sensazione familiare e intima permea l’intera yoga shala. Sapete che ognuno di voi ha una voce ”Ocean Breathing“ che riconoscerei tra mille? Il vostro albero respiratorio crea un canto come nel Nada Yoga! Mi avvicino alla consolle, metto un cd di mantra e strumenti indiani per creare l‘atmosfera della lezione che tra poco inizierà, ammetto che dopo molti anni di insegnamento provo ancora una forte emozione ad entrare nel sacro spazio dello yoga.

Oggi è un giorno speciale: sono qui per intervistare i vostri tappetini e mi pare già di sentir bisbigliare qualche vocina dal pavimento! Spesso pensiamo di essere soli davanti alla nostra pratica, invece abbiamo una compagnia proprio sotto di noi che delimita lo spazio del nostro yoga… la stuoia, il nostro tappetino, e con lei/lui  facciamo le esperienze del nostro sentire, il contatto con i palmi delle mani, dei piedi, nuca, ginocchia e l’uso sapiente con cui nello yoga impariamo con i nostri arti a contrastare la forza di gravità per allungarci ed espanderci corporalmente e spiritualmente; avete mai pensato che cosa direbbe il vostro yoga mat se potesse parlare? Senz’altro narrerebbe molto di noi: le conquiste di un’asana difficile, il benessere  che lo yoga rilascia come un’aurea tutta intorno e attraverso il  respiro che  lambisce dentro  di noi luoghi profondi con essenze vitali!!!

Vi ricordate, ad esempio, le innumerevoli volte che abbiamo praticato quando eravamo stanche/i, ma non ci siamo arrese/i e quei momenti speciali in cui i nostri amorevoli maestre/i si sono avvicinate/i e con un tocco leggero ci hanno aggiustato la postura? Quanti ricordi, quante  emozioni, quante scoperte!

Oggi vi parlerò di queste storie silenti intervistando le stuoie  dei miei allievi e chissà che non se ne tracci una lettura nuova che riveli qualche personale segreto o suggerimento per migliorare  la nostra pratica  yoga!

Tappetino di Marta. Giornalista

Nel 2006 quando fui comprato per iniziare la pratica di Yoga flow con Janine ero convinto che fosse facile e noioso, invece fu difficilissimo, durante la lezione la mia Marta pensò più volte di lasciare tutto e andare al bar!!!! Ricordo che nel primo compleanno che lei ha compiuto mentre praticava, inaspettatamente scoppiò in lacrime e la sua guru la abbracciò confortandola (sapendo che questo spesso accade poichè il risveglio durante lo yoga non avviene solo nel corpo e nella mente, ma anche nell’anima che necessita di liberarsi dalle sofferenze congelate nel passato!). L’anno successivo Marta si regalò con la sua maestra una lezione privata per il suo secondo compleanno da praticante e per la prima volta riuscì ad eseguire full Danurasana (il ponte, che non riusciva più a fare da quando era una ginnasta bambina!). Quel giorno Marta mi arrotolò stretto stretto sotto il suo braccio e tornando a casa si senti più forte, quel giorno il flow nel suo corpo le aveva cambiato la  vita! Da quel momento lo Yoga per lei è diventato questo: una rivoluzione che parte dal corpo e abbatte i dubbi della mente e delle paure mentre  aiuta ad accettare limiti e cambiamenti… grazie yoga! L’esperienza di Marta ha fatto di me un tappetino migliore!

Tappetino di Gloria. Manager

Sono arrivato allo yoga flow nel 2007, dopo una ricerca durata mesi durante i quali ho attraversato letteralmente parecchi pavimenti di scuole e di stili di yoga diversi! Dopo la prima lezione di prova, Gloria ha immediatamente capito di aver trovato il metodo più giusto e più vicino alla sua personalità. Lo stile dinamico del Flow è ideale per sviluppare armoniosamente tutte le aree muscolari con grande attenzione agli allineamenti delle posture, alla mobilità della spina dorsale e delle altre articolazioni. Ho percepito l’effetto di tonicità e armonia con cui in modo “gentile” e attento ha lavorato su di me la pratica del Vinyasa di Gloria, finchè al seguito di un suo trasferimento a Milano nel 2012, dispiaciuta di dover interrompere la pratica Flow qui a Roma, domandò alla sua maestra consiglio. Con grande sorpresa la indirizzò fiduciosa verso l’Asthanga Yoga poiché il lavoro che aveva fatto col respiro Ujjayi e i Saluti al Sole l’avevano preparata a nuovi apprendimenti!  L’aver praticato Vinyasa Flow fu propedeutico per Gloria, creando continuità nella nuova pratica facendole affrontare la transizione in modo  semplice e armonioso!

Sempre al mio fianco destro riconosco il tappetino di Dinara, dalla foggia femminile e molto tecnica… mi avvicino per intervistarlo:

Tappetino di Dinara. Finance Officer, CSFC

Visto da fuori sembra che io funga solo d’appoggio alla pratica di Dinara, invece ad uno sguardo più attento si vede che sono stato capace di intendere e di evolvermi perché il mio cuore di tappetino è amplificato dalla pratica yoga! Le prime settimane di yoga crearono una forte concentrazione, energia e abbandono iniziarono ad essere atteggiamenti necessari e costanti tanto che Dinara, ricevuti molti benefici sin dall’inizio grazie alla regolarità delle sessioni yoga flow, iniziò ad incrementare  la sua pratica yoga da una volta a settimana direttamente a tre! In meno di un anno fui portato in yoga reatreats e ad impegnarmi in molti weekend di studio nel TTC 200 ore! Quanto impegno e quante soddisfazioni! Notai (anche se per lei non era rilevante) che la sua insegnante apprezzò la sua fluidità e perdita di peso eccessivo… in meno di un anno di pratica yoga aveva aquistato un corpo agile e snello! Oggi posso dire che la sua  pratica è salita ad un livello inaspettato e vedo con immenso piacere che Dinara ha trovato nella pratica yoga il modo per contrastare senza sforzo le sue abitudini alimentari, di cui beneficia tutto il suo essere!

Wow che esperienza fantastica, grazie tappetino. E’ vero che lo yoga aumenta la nostra consapevolezza fino ad individuare naturalmente cosa è bene per noi anche nel cibo, che raccomandiamo possa essere  il più vegetariano possibile!

Voi yoga mat siete gli amici più intimi degli yogi, mi interessano tantissimo le vostre opinioni e il potere “ipnotizzante” che avete quando, malgrado la stanchezza o il disappunto riuscite a farvi srotolare per una sessione di pratica!

Ma ora non sto nella pelle, vado ad ascoltare le impressioni di quello di Barbora alla mia sinistra, un’allieva dallo stato vitale alto e positivo!

Tappetino di Barbora. CFS Travel Unit, CSFD

Io sono un tappetino tranquillo e fidato, mi reputo l’amico perfetto che sa condurre Barbora alla persuasione che la felicità e la salute sono dentro di lei… non fuori! Nessuno meglio di me la conosce così bene: per esempio quando si sente forte o debole! Io so benissimo quando è arrabbiata oppure dubbiosa perchè la sua pratica yoga è come un termometro delle sue emozioni e convinzioni, per questo insieme raggiungiamo momenti di pace e umiltà, conquistiamo la saggezza del qui ed ora ritrovando quella compassione e gentilezza per noi e per gli altri che avevamo sommerse chissà dove nel caos dell’incessante tendenza dell’ego di proiettarsi nel passato e nel futuro, annientando il presente. Io davvero mi sento l’unico testimone di dove Barbora è arrivata nella sua pratica yoga e dove andrà perseverando nel flow. Faccio una dichiarazione a voi tutti: prometto di non lasciarla mai, starò ai suoi piedi per il resto della vita nella sua casa e a lezione sempre se lei lo vorrà!

Hey ragazzi che confessione passionale… quasi una promessa d’amore eterno… ma in fondo non  è così tanto distante dalla realtà. Io stessa negli anni ho collezionato molti tappetini, di diversa foggia ed epoca e posso dire che con ognuno di loro ho stretto senza accorgermene relazioni molto importanti come quella volta che in una stretta camera d’albergo in Baltimora tutti i miei parenti pranzavano dilungandosi a tavola e io arrivavo qualche minuto dopo perchè prima di mangiare io e il mio tappetino dovevamo « yogare »! Ma non divaghiamo please… vedo discreto e silenzioso avvicinarsi, si fa per dire, lo yoga mat di Sara.

Tappetino di Sara. Statistician, ESS

“Come  tappetino yoga flow comprendo di avere più libertà di quanto credevo… quel limite geometrico di cui credevo di esser fatto non influisce sulla vastità delle cose che posso conoscere durante la pratica di Sara! Sento la mistica che trasforma il nostro spazio in  respiro e che ci permette di sciogliere i blocchi fisici e mentali uno ad uno! Le asana sono solo un espediente per sfidare i nostri limiti e grazie ai fondamenti dello yoga procediamo senza giudizo, anzi, rallentando e dilatando il respiro e gli allineamenti nel Vinyasa abbiamo il tempo di osservare il cambiamento dentro e fuori! Da quando la mia Sara pratica yoga ho aggiunto tante nuove buone abitutudini nella quotidianità, compresa quella di srotolarmi sempre più spesso a terra per farla praticare almeno 10 minuti anche quando sento che lei pensa di non averne il tempo, e sempre più spesso ora è lei che mi viene a cercare. Lo yoga ci  fa vivere quelle sensazioni di libertà nella disciplina di gioia nell’impegno e serenità nel continuo presente, respiro dopo respiro!

Ma il più scoppiettante di tutti è la stuoia di Emma: sentiamo cosa ne pensa di lei mentre pratica le asana a terra…

Tappetino di Emma

“Ahhhhhh finalmente ti sei fermata. Abbandona il tuo corpo su di me, completamente… Non sento il peso delle tue gambe, le stai tenendo su per caso? Lasciale andare, voglio sentirmi schiacciato sotto di te. Adesso si che possiamo cominciare. Inspira, espira, inspira e… che fatica respirare oggi. C’é qualcosa che ti impedisce di respirare profondamente? Riproviamo: inspira, espira, inspira… meglio! Dai, lascia fuori tutti i pensieri, le cose che devi fare al lavoro possono aspettare un pó, respira. Inspira nuova energia, e butta fuori i brutti pensieri. Manda l’aria buona nei polmoni e gonfia il petto, butta fuori l’aria cattiva e schiaccia gli addominali cosi la strizzi tutta fuori. Visto come ti senti meglio adesso? E sai che puoi farlo anche senza di me, puoi farlo da seduta mentre aspetti un colloquio di lavoro, puoi farlo da in piedi mentre sei in fila alla posta, e vedrai che la giornata sembrerá piú colorata. Vai, provalo, e quando torni mi racconti. Ti aspetto qui giovedi prossimo alle 13, per una nuova lezione di yoga flow ”.

Caro tappetino di Emma nel tuo modo allegro hai praticamente sintetizzato come si respira Ujjayi ed hai ragione a dire che è un po’ faticoso specialmente all’inizio della pratica yoga quando arriviamo a lezione con tutte le tensioni della giornata sul corpo e con una respirazione costretta e superficiale dall’abitudine che allontana la mente dal corpo! Grazie per questo specifico remainder; voi tappetini siete molto attenti ed utili per noi, per ricordarci cosa è importante e quanto valiamo!

Anche il tappetino di “Sarah con l’h” mi incuriosisce: è sempre al mio lato sinistro in classe e non ama guardarsi nello specchio…

Tappetino di Sarah. OCCP

Mi onora essere interpellato per parlare a mio nome e a quello di Sarah dell’ora di yoga  che ci piace tanto e di poter condividere con gli altri tappetini e yogi pensieri e sensazioni. Tutti questi anni in cui con la mia Sarah abbiamo approcciato diversi stili di yoga, solo quest’anno per la prima volta ci siamo sentiti davvero motivati e coinvolti sia dal punto di vista fisico che da quello spirituale. La combinazione delle asana in continuità, corredate e collegate dal respiro è la risposta che cercavamo dallo yoga, praticando Vinyasa flow riusciamo a scrollarci di dosso tutto il resto; lasciamo emergere una concentrazione che ci fa fluire dentro l’intera sequenza. Da più di un anno ormai vedo Sarah più equilibrata nel suo mondo interiore e in quello esteriore! Entrambe siamo coscienti che se incrementassimo a due o tre sessioni yoga per settimana sarebbe davvero ideale, ma ci piace pensare che anche solo richiamando dentro di noi lo stato mentale e fisico che proviamo nel flow ci basti per entrare subito in quel mondo di ritmo e armonia che ci fa star bene anche solo pensandolo!

Caro tappetino di Sarah, sono onorata a mia volta che abbiate scelto il flow e che soddisfi le vostre esigenze esistenziali e motorie! Anch’io per circa un anno praticai solo una volta a settimana  ed è vero che ha un effetto molto positivo durante la settimana. Lo yoga mi serviva per dare il meglio nelle altre attività incluso lo sport. Posso comunque dirti che negli anni successivi la mia pratica diventò tutta ad un tratto quotidiana! Niente e nessuno può prevedere quando succederà, ma senz’altro (viste le tue sagge considerazioni a riguardo) tu e la tua Sarah avete “bonne chance” che questo accada prima o poi!

Ma ecco un’osservazione molto breve e molto zen che arriva dal purple yoga mat di  Elisa.

Tappetino di Elisa

Mi chiamo Viola e sono il tappetino di Elisa, quando iniziamo la classe di yoga sentiamo il peso del mondo sulle noste spalle, alla fine della pratica vediamo un immenso orizzonte!

Nell’armonia dei suoi profumi e tappeti accoglienti raggiungo la stuoia di Silvia.

Tappetino di Silvia. Imprenditrice

Sono il tappetino di Silvia e potrei definire i miei 15 anni di pratica individuale con la mia insegnante con questa frase di Madre Teresa di Calcutta:

“Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà del vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non può essere racchiusa dentro di noi: trabocca. La gioia è molto contagiosa”.

L’insegnante più che insegnare, dona! Come tappetino di Silvia sento di dirvi che in fondo nella pratica yoga si diventa inaspettatamente amici, complici con noi stessi, con i compagni di yoga e con i nostri maestri; scopriamo che la felicità si prova più nel dare che nel ricevere come la Santa Madre ci ricorda nella sua splendida frase!

Un’intesa profonda che abbiamo reciprocamente per i nostri amici animali soprattutto i gatti con la cara Annalisa, il che mi fa accostare curiosa di sapere dal suo tappetino come va nel suo mondo yoga e felino.

Tappetino di Annalisa. Insegnante

È vero, confermo. A me piace quando il gatto di Annalisa si stropiccia il musetto su di me, basta però con le unghie che sono delicato!!! Ad Annalisa piace molto praticare sotto la guida amorevole e professionale di Janine, lei sente che è già nel cammino: la scoperta e la rivelazione della conoscenza è nella pratica stessa dello yoga… solo in questa dimensione di reciproco “esserci l’uno per l’altra” tra maestro e allieva la mente e il corpo possono potenziarsi, aquisire forza, equilibrio, rispetto, raffinandosi sempre più nel fluire del Flow!

Che bello grazie tappetino micino! Solo in un ambiente dolce e comprensivo le persone acquisiscono fiducia in se stesse e sfidano le vette più alte superando ostacoli enormi (incluse malattia, dolore, cambiamenti…). Questo tappetino ricorda a noi insegnanti di non smettere mai di incoraggiare sempre i nostri allievi poichè loro si affidano a noi ed è importante meritarci la loro fiducia con tutto l’impegno possibile, la nostra integrità nell’insegnamento sia perseverante sempre anche e soprattutto con i più fragili o deboli!

Ecco due miei allievi nel fiore della loro terza età fedelissimi alla pratica, con i loro yoga mat rosa e verde.

Tappetino di Elvira. Pensionata

Io sono Rosa, siamo nuove io ed Elvira, appena sei mesi fa non conoscevamo lo yoga, poi abbiamo iniziato per curiosità e già in questo poco tempo abbiamo notato che la pratica regolare ha cambiato la postura e ci consente di fare movimenti prima inimmaginabili. Oggi la sento molto soddisfatta del suo yoga e piena di gratitudine per averlo scoperto anche a questa età.

Tappetino di Agostino. Pensionato

Salve io sono Verde, il tappetino di Agostino. Malgrado lui soffra di una forte scoliosi vede continui miglioramenti nella postura della colonna vertebrale e nella mobilità delle anche, nonostante abbia cominciato insieme a sua moglie Elvira soli sei mesi fa! Da quello che posso capire lo yoga praticato con la respirazione Ujjayi aiuta a portare molto presto beneficio nelle zone che entrambi avevano dimenticato di rivitalizzare da molti anni!

È vero caro Verde, tu che testimoni i progressi di Agostino meglio di me. Sai quanto sollievo in quelle zone affrancate dal dolore le asana e il respiro profondo hanno portato in cosi breve tempo: sembra, ed è in effetti cosi, che il nostro corpo benchè trascurato da anni di sedentarietà e incuria motoria sia poi disposto a rallegrarsi e a risvegliarsi presto con noi quando lo portiamo a yoga!

Stuoia di Francesca, una guerriera del respiro affetta da asma, che mi puoi dire della sua pratica?

Tappetino di Francesca. Insegnante

Posso dirvi che ad ogni incontro con la lezione di Yoga flow, Francesca sente di avere un’occasione di consolidamento, scoperta e miglioramento nella cura costante del suo equilibrio psicofisico. Per quanto riguarda la sua dispnea cronica intermittente, praticare lo yoga è un momento di risveglio e sostegno profondo della capacità respiratoria, di attivazione della corretta muscolatura anche e soprattutto quella respiratoria. Abbiamo imparato a coordinare il respiro con la presa di Uddyanabandha e Mulabandha  rilasciando altre zone  muscolari contratte. Io non potrei chiedere di più per lei… grazie Yoga!

È vero caro yoga mat di Francesca, hai toccato un tema assai importante dello yoga: attraverso il respiro profondo l’attenzione della mente è nel corpo e può guidarlo verso dissociazioni muscolari e tendinee inverosimili! Grazie alla pratica yoga tutti possono imparare a diminuire la tensione temporo-mandibolare che affligge milioni di persone nella rigidezza del collo spostando quella stessa energia verso i muscoli addominali e pelvici, preposti, se rinforzati e riattivati, a sostenere la colonna vertebrale senza irrigidimenti e tensioni nella cervicale e nelle anche… una rieducazione posturale gentile e persuasiva quella del Vinyasa!

Il tappetino di una mia allieva da 17 anni e carissima amica sorridendo mi dice:

Tappetino di Sonia. Grafica

Io sono Prana il tappetino di Sonia e vengo dalla California. Yoga è unione e Yoga Flow le ha insegnato ad unire il corpo al respiro tramite il movimento dicendo alla sua mente di avere pazienza verso di lei e il mondo. Io e Sonia abbiamo visto capitare tante cose meravigliose durante la pratica, quali ad esempio osservare il corpo migliorare a qualsiasi età, scoprire di non avere più bisogno di tanto cibo oppure riuscire a non fumare più, smettendo quasi “naturalmente”. Per Sonia la pratica è una sfida quotidiana, senza competizione che la stimola a superare i propri limiti  fisici o mentali con il modo severo, ma vigile e compassionevole da maestro indiano di Janine e la mia complicità di devoto tappetino oltreoceano! Grazie ad una lunga pratica ora la mia Sonia è anche insegnante di yoga ed è molto amata dai suoi allievi… cosi anch’io mi prendo un po’ di alloro, Flow!

Tappetino di Marco. Taxi driver

Ero un tappetino scettico: frequentando il corso di yoga mi ha sorpreso la segreta necessità di Marco di portarmi a lezione puntualmente anche se stremato dal tremendo mal di schiena accumulato durante la guida nel suo lavoro. Ho imparato da lui che le tensioni che sentiva da anni rivendicavano l’importanza del benessere nel quotidiano e più in generale lo yoga rivalutava il suo completo essere! Ho avuto la prova che la sua pratica della respirazione Ujjayi risulta fondamentale per ogni esecuzione di asana permettendo al tempo stesso di superare il dolore delle articolazioni irrigidite, allungandole gradualmente e senza traumi.

Grazie tappetino, è vero molte persone pensano che quando una parte del corpo “tira” dobbiamo restare fermi. Non c’è cosa peggiore dell’immobilità per una leggera infiammazione che bloccare l’arto nella misera condizione di invalido! Il Prana che circola nel nostro corpo quando facciamo yoga è curativo e in grado di aiutare e ossigenare le zone spesso da noi stesse colpite perchè trascurate!

Tappetino di Monica. Insegante certificata Yoga Flow, 200 ore 1 livello 2017/18

Mi presento sono il tappetino di Monica. Sono molti anni che pratica con me ogni dove la sua maestra organizza un workshop o partecipa ad un festival. Frequenta i suoi corsi tre volte a settimana e quando Janine va in India la sostituisce egregiamente a lezione: non ho mai visto cosi tanta devozione alla pratica yoga e agli insegnamenti come lei. Mi affascina la sua gentilezza, compassione per le difficoltà dei suoi compagni/e yogi. E’ sempre pronta a sostenere tutti, persino sua figlia viene a lezione a volte con lei! Un tempo soffriva di forti irrigidimenti cervicali (causati dal  suo lavoro al computer) che la invalidavano seriamente tenendola immobilizzata a letto! Ora non ne soffre più: vedo che il suo corpo yogico ha invertito le tendenze posturali di un tempo. Monica ha superato problemi enormi con una serena e costante pratica del flow e la sua insegnante, l’ho vista più di una volta, ha gli occhi che brillano di stima e fiducia quando la guarda! È in questa sede che la sua maestro ha deciso di farle un dono dal centro del suo cuore: ha scelto per lei un nome sanscrito che la rappresenti Dharma Devi! Om Shantih, bravissima Monica sono tanto felice per te!

Oh! Tappetino di Monica… mi hai fatto commuovere! E’ giusto parlare con orgoglio degli allievi devoti alla loro pratica, bisogna ricordare che anche noi insegnanti siamo umani e talvolta abbiamo bisogno anche noi di vedere che il nostro lavoro è utile e produce risultati inimmaginabili!

Ognuna di queste voci è servita all’apprendimento e a mantenere vivo l’ascolto, l’interesse per il nostro vero Sè. Vi esorto a continuare a crescere e a sbocciare adorati Yogi Flowers! Invitiamo tutti voi amici lettori yogi di tutti gli stili e metodi a mandare i vostri commenti qui, unitevi a noi con le vostre impressioni sul tappetino! Condivideremo la gioia e le esperienze sempre uniche e al tempo stesso universali! Abbiamo bisogno l’uno dell’altra per aumentare il sapere che da individuo a individuo si tramanda! La saggezza della pratica condivisa ha il potere di accelerare  l’evoluzione della nostra  Mente, Corpo e Anima!

Scrivete i vostri commenti e le vostre esperienze all’articolo: “If your yoga mat could talk”.

Gruppo Yoga flow fotografato da Glauco Dattini.

Janine Claudia Nizza.
Insegnante Vinyasa Yoga Flow dal 2002.
Expert Registered Yoga Teacher 500 Plus Yoga Alliance International.
Docente e autrice del TTC Vinyasa Yoga Flow 250 Online 2020/21 per la scuola di formazione HaraBenessere.
Docente del Corso Vinyasa Yoga Flow per FAO Staff Coop.

Autrice di numerosi articoli per: Vivere lo Yoga, Yoga Journal Italia, Yoga Magazine e Yoga Pills.
Info: www.yogaflow.it